Perché è un contenitore di idee: per sé stessi, per la casa, per gli amici. Dall’anello al mobile importante, dalla candela alle lenzuola. Proposte frutto di una ricerca che ha sempre un legame col concetto di fare del bene.
Grazie alla gestione di Antonietta Altamore e dello staff, anno dopo anno Container Concept Store Torino ha saputo evolversi andando incontro alle esigenze del mercato e diventando sempre più un concept store nel vero senso della parola.
Ogni dettaglio è esclusivo da Container: o per la storia, legata a mondi lontani, o per essere pezzi unici, frutto del lavoro di artigiani custodi dell’arte dell’intaglio del legno.
Antonietta Altamore ci racconta le origini di Container Concept Store Torino: «Quando con mio fratello e con l’aiuto di tutta la mia famiglia abbiamo creato Container ci siamo specializzati fin da subito in mobili provenienti dall’Oriente, pezzi unici, frutto del lavoro paziente di meticolosi artigiani del legno. Questa nostra passione è tutt’oggi confermata. Ma accanto al manufatto dell’800 o del 900 di origine Cina, India e Tibet, abbiamo inserito dei complementi di arredi più accessibili, seppur sempre di produzione indiana, o comunque orientale, e sempre con un occhio di riguardo per la qualità. Parlo di legni come l’olmo o la sheesham, pregiati e duraturi».
Si aggiunge poi l’oggettistica (India, Filippine, Indonesia tra i paesi di origine), la bigiotteria e l’abbigliamento. In particolar modo, per la moda si tratta di capi prodotti in Oriente ma sotto l’attenta direzione di ditte italiane che indicano stile e design e ne seguono il controllo qualità. «Anche in questi ambiti abbiamo cercato prodotti che avessero una storia, un motivo per essere esposti nel nostro negozio. Abbiamo così individuato dei gioielli nati dall’alluminio riciclato seguendo un progetto di recupero che è anche equo-solidale visto che l’azienda produttrice, italiana, collabora con alcuni artigiani malgasci. Ancora, presentiamo una linea in legno e corda naturale prodotta nelle Filippine e il cui ricavato viene in parte devoluto ad un centro di accoglienza in Cambogia…».
Il concetto è trovare e individuare quelle proposte che possano fare del bene, direttamente o indirettamente. A proposito, vengono da qualche tempo organizzati nelle sale seminterrate dei corsi di meditazione, yoga e, novità assoluta, il corso di yoga della risata, seguendo gli insegnamenti del maestro Richard Romagnoli che ha portato in Italia la disciplina.